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Gigio Donnarumma, un ragazzino diventato uomo

  • Andrea Fasolo
  • 5 mar 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Domani alle ore 15:00 andrà in scena al Mapei Stadium una delle sfide di cartello della 28° giornata di Serie A, Sassuolo-Milan. I rossoneri dovranno vincere per mantenere vive le speranze terzo posto, i neroverdi, invece, cercheranno di migliorare ancora di più la loro stupenda classifica che li vede in settima posizione. 19 partite fa, nello scontro tra le due compagini nel girone d'andata, succedeva qualcosa di straordinario però: un ragazzino di 16 anni e mezzo esordiva in Serie A, il suo nome era Gianluigi Donnarumma, "Gigio" per tutti, che tolse in quel pomeriggio d'ottobre, alla Scala del Calcio, il posto da titolare al portierone spagnolo Diego Lopez. A 17 anni si va a scuola, si torna a casa, si guardano i notiziari sportivi in TV e si corre a giocare a calcio o calcetto, inseguendo un sogno, sapendo quanto sia difficile il suo avveramento. Lui invece, con la genuinità di un ragazzino e la spensieratezza di un adolescente scendeva in campo allo stadio San Siro, uno dei più prestigiosi a livello mondiale. In quella gara, nonostante un piccolo errore sulla punizione calciata da Berardi, dimostrò tutto il suo talento con uscite e parate in sicurezza conquistandosi la riconferma per la gara successiva e, in poco tempo, la maglia da titolare che non gli sarebbe più stata sottratta. Numerose le parate decisive e sensazionali: all'Olimpico contro la Roma, in casa contro Inter ed Udinese tra le tante, allo Juventus Stadium, nonostante la sconfitta dei rossoneri. Alle grandi prestazioni, ovviamente, si sono alternati alcuni errori tecnici, come è giusto che sia per un giovane del genere che assapora per la prima volta il palcoscenico calcistico di una prima squadra. Ma la sicurezza tra i pali, la grande qualità nel giocare la palla con i piedi e nel far ripartire l'azione che ha dimostrato in questo girone, hanno stupito tutti, dai media ai dirigenti dei più grandi club, che sono già disposti a far follie per lui.E poi quel nome, Gianluigi, che fa pensare inevitabilmente ad un altro straordinario portiere ancora in attività e in stupenda condizione come Buffon, e che è sinonimo di garanzia. Nella partita dello Stadium del 21 novembre tra Juventus e Milan "Gigi" e "Gigio" si sono scambiati reciprocamente maglie e complimenti, quasi a suggellare un passaggio di testimone, dallo juventino al rossonero, della palma di miglior estremo difensore italiano nel futuro prossimo, quando Buffon lascerà, e Donnarumma, per la qualità e l'esperienza già simile a quella di un veterano che dimostra, prenderà molto propabilmente le redini della porta della Nazionale.Il ragazzo napoletano è il chiaro esempio di come l'Italia sia capace di sfornare baby talenti che però, spesso, non vengono lanciati per paura di bruciarli, o perché le società non credono in loro. Fondamentale nella gestione della situazione è stata la figura di un uomo, un sergente, un duro: Sinisa Mihajlović.Il tecnico serbo ha avuto il coraggio (perché di coraggio dobbiamo parlare vista la mentalità del nostro paese) di lanciare Donnarumma un girone fa, e soprattutto la freddezza di riconfermarlo per le successive partite, dimostrando intelligenza e fiducia nei confronti del ragazzo: uno spot eccezionale per tutti quegli allenatori che fanno marcire i propri giovani di talento in panchina!Gianluigi non si monterebbe mai la testa, lo capisci quando lo senti parlare, quando gli senti dire che vuole terminare gli studi perché è fondamentale avere un'istruzione, quando dice che non dimenticherà mai il posto dove è nato, la sua terra, la quale lo accoglie come un eroe ogni volta che egli vi ci ritorna, e lui, con la faccia da bamboccione, non crede ai propri occhi nel vedere tutto quell'affetto nei suoi confronti.Per il calcio italiano, per il Milan, per la nostra Nazionale, tutti noi speriamo che il baby prodigio non si perda col tempo, come purtroppo è accaduto a tanti giovani di belle speranze che hanno bruciato la propria carriera, finendo nell'anonimato.Vorrei chiudere lanciando un messaggio a tutti i ragazzi che hanno capacità e qualità: inseguite sempre il vostro sogno, non abbattetevi mai nelle sconfitte e soprattutto non cullatevi sugli allori nelle vittorie, siate sempre umili che prima o poi l'occasione giusta arriverà, ed è li che dovrete farvi trovare pronti per sfruttarla al meglio, come lui, come Gigio, in quel pomeriggio d'ottobre che gli cambiò la vita.


 
 
 

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