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Leo e Cristiano: "I numeri 1"

  • Michele Antonelli
  • 3 ott 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Nel corso della sua storia, il calcio ci ha regalato tanti dualismi e tante rivalità. Oggi spicca, su tutte, la contrapposizione tra due giocatori, due fuoriclasse che sono forse i migliori di sempre. Stiamo parlando di Cristiano Ronaldo, considerato uno dei calciatori più completi di tutti i tempi e di Leo Messi, paragonato spesso per le sue doti tecniche ad un certo Diego Armando Maradona. Il primo portoghese, classe '85, in forza al Real Madrid; il secondo argentino, classe '87, in forza al Barcellona. Cristiano Ronaldo, che deve il suo nome alla fede cristiana della madre e alla passione del padre per Ronald Reagan, attore e presidente a quel tempo degli Stati Uniti, prima di arrivare a vestire la "camiseta blanca" del Real, di strada ne ha dovuta fare. Dopo i primi calci, il nostro campione giunge infatti, all'età di 12 anni, allo Sporting Lisbona. Cinque gli anni nelle giovanili e cinque gli anni per iniziare a far conoscere a tutti le sue doti. Il Liverpool lo nota, ma a mostrare un vero interesse è la Juventus, che non riesce a portarlo in bianconero a causa del rifiuto al trasferimento in Portogallo di Marcelo Salas. Dopo la prima stagione in biancoverde, il Barcellona inizia a pensare al portoghese, ma poi di portoghese ne prenderà un altro: Ricardo Quaresma. Viene notato dal Manchester United durante un' amichevole proprio contro lo Sporting disputatasi nel luglio 2003 e arriva pertanto alla corte di Sir Alex Ferguson il 13 agosto dello stesso anno diventando il "teenager" più costoso della storia della Premier League. Per evitare pressioni, il giovane chiede di avere la maglia numero 28: Ferguson gli consegnerà però con una pesantissima investitura la numero 7. Un' iniziale fase di assestamento per il portoghese che poi prende per mano la squadra diventandone trascinatore. Segna il gol numero 1000 in Premier dei "Red Devils", vince la Carling Cup, la Community Shield e la Premier League. Delle sei stagioni a Manchester, quella 2007-2008 è da incorniciare: vittoria di Champions League, Premier League, FA Cup con annessa Scarpa d' Oro ed una certezza: Cristiano è uno dei migliori al mondo. Si prende il Pallone d' Oro, è protagonista in Inghilterra con il terzo titolo consecutivo e soprattutto in Europa, portando lo United in finale per la seconda volta di fila. Stavolta di fronte non c'è il Chelsea ma il Barcellona di Messi che vince 2 a 0, si porta il trofeo a casa e chiude bruscamente e senza lieto fine l'avventura del portoghese a Manchester. L' 11 giugno 2009 infatti, il Manchester United accetta l'offerta di 80 milioni di sterline (94 milioni di euro) del Real Madrid e autorizza il club a trattare con il giocatore. Dopo 15 giorni, Cristiano è un nuovo giocatore del Real Madrid. Clausola rescissoria da 1 miliardo e presentazione-show al Santiago Bernabeu con più di 80000 tifosi. Maglia numero 9, indossata già da Alfredo Di Stefano, alla prima stagione e maglia numero 7 soltanto alla seconda stagione con l' addio ai "blancos" di Raùl. Arriva insieme a Ricardo Kakà, Karim Benzema e Xabi Alonso per far tornare "galactico" il Real. La prima stagione è però deludente sia in Liga che in Champions( Real fuori agli ottavi con il Lione) e primo titolo che arriva soltanto sotto la guida di Josè Mourinho: è la Coppa del Re, strappata al Barcellona grazie ad un gol proprio del portoghese nei tempi supplementari della finale. L' Europa è però sempre amara perché ad imporsi è ancora il Barcellona di Messi, che dopo aver eliminato il Real in semifinale, si porta a casa la coppa in una ri-edizione della finale 2009. Con Mourinho Ronaldo vince anche Liga e Supercoppa di Spagna; la Champions League arriva con il cambio di allenatore e l'arrivo del tecnico italiano Carlo Ancelotti in una finale-derby al cardiopalma con i cugini dell' Atletico Madrid. Real sotto 1 a 0 per quasi l'intero match e 1 a 1 all'ultimo respiro con Sergio Ramos che riporta la situazione in equilibrio. Tempi supplementari e "blancos" a valanga (4 a 1) complice anche la stanchezza mentale dei Colchoneros, protagonisti di un incubo. Supercoppa UEFA, Mondiale per Club, due Palloni d' Oro consecutivi per CR7 e finalmente in secondo piano il rivale Messi e il Barcellona. Quel Leo Messi, "la Pulce", che al Barcellona ci arriva dopo pochi anni passati nelle giovanili di squadre argentine di poca rilevanza. Ad 11 anni è diagnosticata infatti al piccolo Leo una forma di ipopituitarismo (una malattia della crescita) e nessun club argentino si offre, nonostante le sue grandi doti, di pagargli le cure. Il River Plate sembrerebbe interessato, ma alla fine i dirigenti decidono di accantonare la costosa idea. È quindi il Barcellona, grazie al DS Carles Rexach, ad interessarsi del suo talento dopo averlo visto giocare in un provino ottenuto grazie a dei parenti in Catalogna e ad assicurarsi le sue prestazioni sportive, offrendo alla sua famiglia il trasferimento in Spagna e il pagamento delle cure; curioso il fatto che Rexach, gli fece firmare il contratto su un tovagliolo di carta per bloccarlo immediatamente. Leo arriva dunque in Europa e firma il suo primo contratto ufficiale con il Barça nel marzo del 2001: a 13 anni inizia il suo grande amore per quei colori. Nel 2002 viene scartato dal Como di Enrico Preziosi perché ritenuto "troppo gracile"; è così aggregato alla terza squadra e poi alla seconda, prima di giungere, nell'ottobre 2004 al debutto in prima squadra contro l' Espanyol. A 17 anni, nel 2005, prima rete con i "grandi" e sempre nello stesso anno firma del contatto che lo legherà a quei colori fino al 2014. A causa di un infortunio nel marzo 2006, non può terminare la stagione che si concluderà con le vittorie di Liga e Champions League per la sua squadra. Nell'arco della stagione successiva riesce ad imporsi al meglio nella squadra guidata da Rijkard diventando decisivo e mettendo in ombra persino un fenomeno del calibro di Ronaldinho. Messi inizia a segnare gol fantastici ed iniziano gli scomodi paragoni con "El pibe de oro" : la sua prima stagione giocata con continuità è però deludente a livello di vittorie poiché oltre al titolo europeo, i "blaugrana" non riescono a difendere nemmeno quello nazionale. Terzo nella classifica del Pallone d' Oro, Leo è l'unica nota positiva della stagione: è diventato una certezza. Primo squillo al mondo intero nella stagione 2007-2008, quando la classe cristallina della "Pulce" diventa chiara per tutti: gol a raffica, assist e giocate imprevedibili gli valgono una fortissima candidatura alla vittoria dell' ambito premio messo in palio da France Football: risulterà secondo solo a quel Cristiano Ronaldo capace di accaparrarsi il cosiddetto "treble" in quella stagione. Per conquistare la Champions League da giocatore effettivo, basta la stagione seguente, quella nell quale indossa per la prima volta la maglia numero 10. Segna in Liga il gol numero 5000 della storia del Barcellona e stavolta a vincere tutto è proprio lui, sigillando le vittorie di Liga e Coppa del Re con la vittoria della Champions League. Prima squadra spagnola a riuscire nell'impresa del "Triplete" quella di Pep Guardiola, che si toglierà in seguito non poche soddisfazioni. La finale assomiglia ad un passaggio di testimone tra United e Barça, tra Ronaldo e Messi. Il numero 1 non è più il portoghese ma l' argentino, che al primo Pallone d' Oro ne farà seguire altri tre. Due anni dopo, come accennato in precedenza, il Barcellona sarà nuovamente campione d' Europa sempre contro i "Red Devils". Finora nelle sue undici stagioni trascorse al Barcellona, Leo è riuscito a vincere tutto. Al suo palmares manca, così come per Ronaldo, soltanto il Mondiale. Giocando per l' Argentina, squadra da sempre ricca di campioni, questa missione potrebbe essere per lui più realistica. La Coppa del Mondo Leo l'ha infatti sfiorata nel 2014 in Brasile, perdendo contro la Germania la possibilità di coronare quel sogno. Ronaldo con il Portogallo è sempre stato sfavorito, ci ha provato a cambiare le carte in tavola, ma il miglior risultato resta il secondo posto nell' Europeo in casa del 2004 insieme al quarto posto nel Mondiale del 2006, ottenuto dopo la sconfitta in semifinale contro la Francia di Zidane. Cristiano ha totalizzato finora 631 presenze con le maglie di Sporting, United e Real, realizzando 446 reti; è il secondo giocatore portoghese (dopo Eusebio) per presenze in nazionale (122) e il primo per reti segnate (55). Leo ha totalizzato invece 524 presenze con il Barcellona, siglando 429 reti ed è il quinto giocatore argentino per presenze in nazionale (105) ed il secondo marcatore di sempre con 49 reti ( secondo solo a Gabriel Omar Batistuta con 56 reti). Troppi i record letteralmente disintegrati dai due in rapida successione: sarebbe noioso persino parlarne. Abbiamo di fronte due campioni straordinari, che fin dagli esordi sono stati paragonati. Continua è la disputa per stabilire un migliore: si dice che Ronaldo sia il più completo ma che Messi abbia una tecnica superiore, che Ronaldo sia più esplosivo ma che Messi sia più rapido. La soluzione non c'è ancora e probabilmente mai ci sarà: l'unica cosa che si può affermare con certezza è che molto difficilmente capiterà in futuro di poter vedere due fuoriclasse di questo livello vivere in concomitanza il momento migliore della loro carriera. Non cerchiamo il più bravo, ma limitiamoci ad osservarli, a guardare le loro prodezze, ad ammirarli con quel pallone tra i piedi fin quando ce ne sarà l'opportunità . . .


 
 
 

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