Why always him? Corri Mario, che il treno parte!
- Andrea Fasolo
- 26 set 2015
- Tempo di lettura: 8 min
Esistono giocatori che uniscono alla qualità tecnica una grande mentalità, una grande forza mentale, i cosidetti fuoriclasse. Ne esistono altri che compensano la mancanza di capacità tecniche con un grande carisma, con il cuore, i polmoni, i classici gladiatori alla Gattuso, tanto per intenderci.
Poi ci sono i calciatori come Mario Balotelli, anzi, poi c'è MARIO BALOTELLI.
Di giocatori simili a lui nel corso della storia se ne sono visti a bizzeffe. Molti hanno lasciato il segno, altri si sono persi con il passare degli anni. Alcuni di questi sono sicuramente George Best, primo genio maledetto del calcio, ubriacone pazzo delle donne e dell'alcool, che l'ha portato dapprima a chiudere la sua carriera calcistica a 28 anni e, in un secondo momento, alla morte; Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro, El Diez, giocatore più forte di sempre in campo, schiavo della cocaina e della vita mondana fuori; Dejan Savicevic, numero 10 del Milan di Capello, soprannominato "Genio e Sregolatezza" proprio perchè capace di giocate straordinarie a cui facevano da contrasto però una certa anarchia tattica che lo rendeva inadatto a diversi sistemi di gioco.
Ma Mario Barwah, perchè questo è il suo vero cognome, è diverso da tutti i suoi colleghi del passato. Mario Barwuah è da sempre schiavo del suo carattere ribelle, della suà fragilità d'animo sempre messa sotto pressione da tutti nel corso degli anni, e chissà se questa sua instabilità è stata influenzata dal suo passato.
Il ragazzo ha avuto un,infanzia difficile. Nato a Palermo, il 12 agosto del 1990, nel quartiere di Borgo Nuovo, da Thomas e Rose Barwah, immigrati ghanesi, è costretto sin da subito a trasferirsi nel comune bresciano di Bagnolo Mella con la sua famiglia, a causa di gravi problemi economici.
Nei primi 3 anni di vita Mario accusò dei gravi problemi intestinali e, l'impossibilità della famiglia di far fronte alle grandi spese per curarlo determinò il suo affidamento, raccomandato dai servizi sociali.
Nel 1993 la famiglia Balotelli di Concesio, paesino in provincia di Brescia, si fa carico delle cure del piccolo e lo supporta nella sua crescita, grazie soprattutto all'aiuto dei fratelli Giovanni e Corrado Balotelli, che lo seguirannonella sua carriera calcistica diventando i suoi primi procuratori prima di lasciare spazio a lui, beh, sapete chi.
Balotelli però dovette aspettare 18 lunghi anni prima di diventare a tutti gli effetti cittadino italiano, ovvero il compimento del suo diciottesimo anno d'età, poichè il suo affido non era stato convertito in adozione. E così, il 13 agosto 2008, il Sindaco di Concesio lo proclama a tutti gli effetti cittadino italiano.
La sua innata propensione e il suo straordinario talento calcistico non gli impediscono però di studiare, infatti riesce a diplomarsi nel luglio del 2010, a vent'anni, in ragioneria con il voto di 60/100.
Ma, ovviamente, la scuola era l'ultimo dei suoi pensieri. Come poteva pensare un ragazzo di vent'anni che aveva appena vinto tutto con l'Inter ad intraprendere una carriera scolastica dopo il diploma? Forse qualcuno l'avrebbe fatto. Ma lui no, lui era Mario Balotelli.
Gia, l'INTER, la sua prima grande squadra, il suo primo vero trampolino di lancio che gli ha permesso di farsi conoscere nel calcio che conta.
Ma facciamo un passo indietro, a quando il piccolo Mario ha dato i primi calci ad un pallone.
Egli incominciò a giocare a calcio all'età di 8 anni con la squadra del San Bartolomeo, nella quale però rimase solo 3 mesi a causa del suo caratteraccio e delle minacce degli altri genitori che avevano promesso di non portare più i propri figli al campo se quel "bambino vivace"fosse rimasto lì.
Per questo venne ceduto all'oratorio Mompiano e, sotto la guida di Giovanni Valenti, che aveva da subito notato il talento del ragazzino, venne aggregato ai pulcini, qualche anno più grandi di lui.
I talent Scout di grandi club come Chievo Verona, Hellas Verona, Atalanta e Brescia si interessarono a lui, ma alla fine rinunciarono a visionarlo a causa dei suoi problemi disciplinari, croce e fardello pesantissimo di tutta la sua carriera.
Si fa carico di lui, dal nulla, il Lumezzane, in cui approda nel 2001, dopo essere gia stato prelevato dalla stessa alcune stagioni prima, per poi essere girato in prestito alla Padoviana Calcio di Brescia per crescere.
Nell'Aprile 2006 esordisce all'età di soli 16 anni in prima squadra, nel campionato di Serie C1 contro il Padova, diventando così il più giovane esordiente nella storia della categoria.
3 mesi dopo la Fiorentina è ad un passo dall'acquisizione del ragazzo, ma il trasferimento salta incredibilmente e Mario finisce all'Inter dove, come dicevamo prima, tra il 2007 ed il 2010 esplode come giocatore.
Viene inserito da subito nella rosa della categoria Allievi con la quale però disputa solo mezza stagione per poi essere aggregato alla Primavera, dove vince il campionato.
La stagione successiva si apre con il voto di fiducia di Roberto Mancini che lo promuove con l'Inter dei grandi.
Esordisce il 16 dicembre 2007 in Serie A Tim, a soli 17 anni e, pochi giorni dopo, sigla la sua prima marcatura e doppietta ufficiale in Coppa Italia contro la Reggina.
Nel febbraio del 2008 viene riaggregato alla Primavera: serve la sua potenza, la sua classe, i suoi gol ed il suo talento smisurato per vincere il Torneo di Viareggio. Come volevasi dimostrare, MARIO E' INARRESTABILE: 7 gol in 6 partite, tra cui una doppietta nella ripetizione della finale contro l'Empoli.
Torna in prima squadra, è pronto per stupire ora. Segna infatti, poco dopo, il suo primo gol in Serie A nello 0-2 di Bergamo contro l'Atalanta.
L'annata seguente permette a Balotelli di esordire nel torneo più prestigioso di tutti, la Champions League, e di siglare anche le prime marcature nella partita contro l'Anorthosis, dopo aver battuto pochi mesi prima la Roma nella Supercoppa italiana, entrando tra l'altro nel tabellino dei marcatori.
Eccoci giunti alla stagione 2009/2010, la stagione della definitiva consacrazione per "SuperMario". Già, perchè Mario riesce a diventare davvero "Super" grazie a tantissime giocate e numerosi gol, come ad esempio quello realizzato in Champions League contro il Rubin Kazan, un tiro di una potenza inaudita esploso da 35 metri di distanza dalla porta. Ma come al solito, al genio subentra la sregolatezza. Un episodio che può sicuramente far capire l'anarchia di Mario e il suo vivere senza regole venne raccontato poco tempo fa da Josè Mourinho, non uno qualsiasi. L'allenatore portoghese riferì l'aneddoto di quando l'Inter andò a giocare la partita di andata della fase a gironi di Champions League nell'anno del triplete proprio contro il Rubin Kazan, in Russia. All'intervallo la partita era sull'1-1, punteggio che poi rimase immutato fino al fischio finale, e Balotelli aveva rimediato un'ammonizione nei primi 45'.
Lo Special One utilizzò 14 dei 15 minuti disponibili dell'intervallo a parlare con Mario, gli spiegò che doveva rimanere calmo e giocare tranquillo poichè era l'unica prima punta disponibile per quella partita e che quindi non poteva sostituirlo. Passarono 15 minuti della seconda frazione. Fallo di Balotelli. Cartellino rosso!
Nonostante le "Balotellate", la stagione fu positiva anche grazie alla vittoria del triplete, ricordo che rimarrà indelebile nel cuore dei tifosi nerazzurri e nel suo, anche se il rapporto con la tifoseria si era ormai danneggiato dopo vari comportamenti sgradevoli, ultimo tra tutti la maglia gettata a terra durante il ritorno delle semifinali di Champions League contro il Barcellona, partita nella quale SuperMario fu sommerso dai fischi.
Lasciò quindi l'Inter con un bottino di 28 gol segnati e 6 trofei vinti (3 scudetti, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa Italia, 1 Champions League) e, nell'agosto del 2010, si accasò al Manchester City per circa 30 milioni di euro con la voglia di rimettersi in gioco e di togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti della stampa italiana.
Qui, tra "colpi di testa", gol, grandi giocate ed assist, vive 3 anni altisonanti collezionando 54 presenze condite da 20 gol.
L'episodio che verrà sempre ricordato da tutti resterà sicuramente la maglietta esposta dopo uno dei due gol nel derby contro lo United del 23 ottobre 2011 con su scritto "Why always me?", autentica genialata mediatica, insomma.
Le cosidette "Balotellate" di SuperMario al City furono sempre all'ordine del giorno. Una volta arrivò addirittura a lanciare delle freccette ad una delle squadre giovanili dei Citizens dal balcone del suo appartamento, giustificandosi dicendo di essere "annoiato".
La situazione in campo divenne sempre più difficile: Mario collezionò nell'ultimo periodo di permanenza alla corte di Roberto Mancini, allenatore allora del City, diverse espulsioni, e le sue prestazioni calarono spaventosamente di rendimento così, durante la finestra invernale del calciomercato 2013, precisamente il 31 gennaio, SuperMario firma un contratto triennale con il Milan e viene accolto come un Top Player di livello assoluto dal tifo rossonero.
Il ragazzone ci mette poco a stupide: subito doppietta all'esordio contro l'Udinese che permette al Milan di vincere la partita e trovare quel Bomber di razza

che gli mancava. Alla fine della stagione segnerà 12 reti in 13 partite, trascinando così i rossoneri alla qualificazione ai preliminari di Champions.
La stagione successiva fu un nuovo FLOP, ed ecco che spuntarono di nuovo le voci sull'impossibilità di una sua definitiva esplosione e maturazione.
Bisogna cambiare aria, quindi decide di rimettersi per l'ennesima volta in discussione a Liverpool, nella sua Inghilterra che l'aveva tanto amato e tanto odiato.
La "Scommessa Balotelli" si trasformò presto in una meteora però per i Reds, infatti in 28 presenze graffiò solamente in 4 occasioni, inanellando continue prestazioni deludenti, e riuscendo addirittura a farsi mettere fuori rosa alla fine della stagione, situazione giusta per chi colleziona più presenze in discoteca che agli allenamenti.
La finestra estiva dell'ultimo calciomercato è stata di vitale importanza per lui. Il Liverpool lo aveva scaricato e nessuna Big del calcio europeo lo voleva. Veniva cercato solamente da squadre di categorie minori del nostro calcio, ma che ovviamente ricevevano sempre la stessa risposta: "IO SONO MARIO BALOTELLI, grazie di cuore comunque dell'offerta."
La vita insegna però che proprio quando sembra finita e la speranza di ritrovare la luce sembra svanita,dal nulla può presentarsi una nuova occasione.
Per Mario Balotelli la nuova occasione ha avuto un nome, e che NOME. Si chiamava Milan, di nuovo, la sua squadra del cuore. Da dove ripartire se non da casa, da Milano? E così il Condor Galliani, per la seconda volta, dopo il consenso di Presidente e allenatore, il 27 agosto 2015 lo riporta in prestito alla corte di Sinisa Mihajlovic.
Per tutti gli abitanti di questo mondo i treni passano una sola volta nella vita, massimo due. Già, per tutti, tranne che per LUI. Del resto non possono passare solo due treni per uno che ha come capostazione un certo Mino Raiola, a detta di tutti il miglior procuratore in attività.
Mario ha perso un'infinità di treni nella sua vita. Lo ha perso alla stazione di Milano Centrale, alla Piccadilly Station di Manchester, poi di nuovo a Milano, Porta Garibaldi, per poi restare di nuovo a piedi alla Lime Strett di Liverpool.
Stavolta non può più sbagliare. Stavolta il ritardo non è tollerato. Il treno di nome Milan può portarlo di nuovo sul binario giusto e chissà, se tra poco meno di un anno, più precisamente nel luglio 2016, arriverà alla Gare de Lyon, principale stazione ferroviaria di Parigi, a giocarsi la finale dell'Europeo con la SUA ITALIA, quell'europeo che 3 anni fa lo ha visto assoluto protagonista, chi non se lo ricorda?
Ricordiamo tutti la straordinaria doppietta in semifinale alla Germania: colpo di testa su assist di FantAntonio Cassano e siluro dal limite che lasciò di sasso Neuer, non uno qualunque.
QUANTO CI HA FATTO GODERE?
Da milanista, da tifoso italiano, da tifoso del calcio, mi auguro che stavolta quel ragazzo di colore di Palermo , cresciuto a Brescia, giramondo e mezzo pazzo, dimostri definitivamente il suo valore e faccia ricredere un po' tutti.
LADIES AND GENTLEMAN, MARIO IS COMING!
Sperando che stavolta non perda il treno, l'ultimo della sua carriera.
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