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Zlatan, l'ossessione di una vita

  • difesaa2
  • 25 set 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

Nato a Malmö(Svezia), il 3 ottobre del 1981: gol straordinari, giocate incredibili, caratteraccio, famoso per non essere riuscito a vincere la Champions League, il più importante torneo di calcio a livello europeo, sogno di tutti quei bambini che iniziano a dare calci ad un pallone ascoltando quella musica diventata per lui una maledetta ossessione. Parliamo di Zlatan Ibrahimovic, il gigante per nulla buono, anzi. Come Zlatan non c'è stato e probabilmente ci sarà mai nessuno: definirlo completo sarebbe riduttivo, Lui è qualcosa di più. Ha vinto ovunque, titolare fisso e pedina centrale di tutte le squadre nelle quali ha militato, meno una, meno il Barcellona, quel Barcellona tanto sognato, che lo ha prima sedotto e poi abbandonato. Partiamo però dalle origini. Come detto, Zlatan Ibrahimovic nasce a Malmö e, evitando di narrare per una volta la storia degli 8 gol segnati subentrando in una partita, all'età di 13 anni approda nelle giovanili proprio del Malmö, squadra della sua città. Il primo anno è segnato da una retrocessione, forse positiva per Zlatan, che diventerà il centravanti titolare per la stagione successiva e trascinerà a suon di gol la squadra nuovamente nella massima serie. Fino al 2001, il nostro gigante colleziona 40 partite e 16 gol con il Malmö e viene così acquistato dall' Ajax, diventando il giocatore più pagato della storia del club di Amsterdam. L'inizio è difficile e Zlatan si afferma al meglio solo con l'avvento di Ronald Koeman sulla panchina dei lancieri. Dopo 3 anni , 106 partite e 46 gol con la maglia dell' Ajax, nell'estate del 2004 Ibrahimovic approda a Torino, sponda Juventus e diventa in breve tempo un uomo chiave nello scacchiere di Fabio Capello e tra i protagonisti dell vittoria del ventisettesimo scudetto bianconero.Gol all'esordio nel 3 a 0 con il Brescia e gol a raffica in quasi tutti i big match del campionato. Nei 2 anni alla Juventus vince due scudetti, poi revocati a causa di Calciopoli e acquisisce soprattutto la consapevolezza di un potenziale che potrebbe portarlo ai vertici del calcio mondiale. Nell'estate del 2006 c'è il passaggio all'Inter di Roberto Mancini. Qui Zlatan incanta, diventa "Ibracadabra" e l'Inter diventa "Ibra-dipendente". Gli anni in nerazzurro sono contrassegnati dalla vittoria di 3 scudetti e da un desiderio che diventa sempre più ardente nel cuore dello svedese: la Champions League, alzata per la settima volta dai cugini rossoneri durante il suo primo anno di permanenza in nerazzurro. Ibra la vuole quella coppa ma l'Inter non garantisce in Europa, dove spadroneggia invece il Barcellona di Leo Messi e di Pep Guardiola. All'Inter c'è Josè Mourinho, che dopo una stagione ha capito di poter fare a meno dello svedese. Massimo Moratti riceve l'offerta proprio del Barcellona, un'offerta impossibile da rifiutare e così Zlatan prepara le valigie. In blaugrana continua a segnare, ma non è il solo, non è l'unico, è semplicemente uno dei tanti. La squadra di Guardiola arriva in semifinale di Champions League dove dovrà vedersela con una sorprendente Inter, che riesce a passare il turno con due grandi partite: in finale non ci va Ibra, in finale non ci va il Barcellona: a giocarsi la coppa al Santiago Bernabeu ci va l'Inter, squadra dalla quale era fuggito proprio per arrivare ad alzarla lui quella coppa. Doppietta di Milito, 2 a 0 al Bayern Monaco, terzo trionfo europeo per i nerazzurri e tanti saluti al caro Zlatan, che non si sente per niente al centro dei progetti del club. Decide di cambiare aria, o meglio, di tornare a respirare quell'aria, l'aria di Milano: Adriano Galliani lo porta infatti al Milan.Due stagioni in rossonero, scudetto alla prima stagione (sai che novità!), secondo posto al secondo anno e in Champions fuori prima agli ottavi col Tottenham( quest'anno la vincerà il solito Barça ) e poi ai quarti con il Barcellona. Il Barcellona già, prima sogno poi incubo..sarà questo il vero problema? Arriva l'estate, quella del 2012 e per Ibra nuova maglia da indossare, quella del Paris Saint Germain. Zlatan diventa, con 14 milioni di euro all'anno il giocatore più pagato della storia della Ligue 1. Al primo anno ancora vittoria di campionato e titolo di capocannoniere del torneo. In Europa però proprio non va, la ruota non gira ancora dalla sua parte. Il Paris Saint Germain è sì una squadra in costruzione , sì una squadra di prospettiva, ma non ancora pronta al grande salto. Tre stagioni disputate in Champions League con la maglia dei francesi e tre eliminazioni ai quarti, due volte per mano del sempre più maledetto Barça, una volta per mano del Chelsea. Zlatan è giunto ormai alle battute finali, pochi sono i tentavi rimasti per arrivare a colmare una mancanza, per soddisfare un desiderio, per placare un' ossessione. Sarà antipatico ai più, sarà un burbero, sarà quello che volete, ma in fin dei conti speriamo un po' tutti di vederlo, un giorno, alzare un trofeo che ha inseguito per anni, perché se lo merita, perché storie così un lieto fine ce l hanno sempre...


 
 
 

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